L’abitato è costellato di portoni e portoni di incredibile bellezza, per lo più archi marmorei con stemmi e ornamenti vari. E poi ci sono alcuni esempi di originali porte di legno di locai adibiti un tempo a stalle e cantine e chissà forse ad abitazioni.
La nostra redazione ne ha raccolte alcune, ma chiediamo, a chi vorrà, di partecipare a questo catalogo fornendo anche informazioni nel caso si tratti di stemmi. Scriviamo insieme la nostra storia! redazione@poggiofilippo.com
Ce ne è una particolare di cui ci parla Ermanno Salvatore. Ci dice che non si tratta di uno stemma di famiglia, come verrebbe facile immaginare. In realtà siamo di fronte ad una figura chiamata “apotropaica” la cui origine greca (apotropao) significa “allontanare”. Questi mascheroni che mostravano la lingua come a voler fare una “linguaccia” avevano lo scopo di allontanare le influenze negative ed il Maligno dalle abitazioni. Insomma, una sorta di atteggiamento scaramantico ed esorcizzante nei confronti “dell’occhiatura cattiva” o del “malocchio” come veniva chiamato dai nostri antenati. La lingua messa in bella mostra stava ad indicare il pene maschile. Va ricordato che nell’antica tradizione popolare la figura dell’organo maschile era considerata come simbolo di forza, fertilità, crescita e pertanto ritenuto capace, se esibito direttamente o anche sostituito dalla lingua di rendere immune il capo famiglia di fronte ad ogni tentativo esterno diretto a turbare la serenità della sua famiglia. Sovente questo tipo di sculture si potevano ammirare nei portoni dove abitavano i signorotti del paese.