Le fonti d’acqua sono state sempre fondamentali per la vita dei paesi e Poggio Filippo non è da meno. La rete idrica entrò in funzione solo nel 1964 e prima di allora tutta la necessità di acqua veniva soddisfatta tramite la Fonte Sant’Angelo, meglio conosciuta con Santagno. Non poco lontano da Santagno vi è un altro piccolo fontanile, relativamente moderno e si trova non distante dal luogo in cui vi era un’altra sorgente d’acqua, ma non strutturata in un fontanile, qualcuno racconta che per non perdere tempo a Santagno usava quella, anche se molto scomoda.
Vi sono poi altri due fontanili di più recente costruzione, uno nella parte bassa sud-ovest e l’altro nella parte nord-ovest del paese, utilizzati soprattutto per abbeverare il bestiame e per dissetanti bevute durante il periodo estivo.
“Quell’antico tuo brio, per somma nostra incuria, s’è trasformato in languida tristezza e le tue mura in squallide rovine”
Citando il nostro poeta, Ottorino Pendenza, non possiamo che tornare a parlare di Santagno. Niente meglio di questi versi rappresenta il dolore per la perdita di questa bellezza e ricchezza. E al richiamo, quasi monito di questi versi, su iniziativa del Gruppo beni Culturali Poggio Filippo, la Pro-Loco ha organizzato varie edizioni di “Salviamo Santagno” un’iniziativa volta a rispristinare il più possibile l’aspetto del nostro caro fontanile.
Santango si trova ai pendii della montagna su cui sorge Poggio Filippo ed è formata da tre grandi vasconi. Venendo dal paese, il primo serviva per abbeverare il bestiame, la successiva per “rischiarare” (sciacquare) e panni e raccogliere l’acqua per le necessità domestiche, l’ultima per lavare i panni.
Il ricordo quindi dell’uso della fonte è ancora vivo in molti che sin da bambini dovevano recarsi presso la stessa per “cogliere l’acqua”, fare il bucato e abbeverare le bestie. Vi si riunivano, nelle ore più diverse, tutte le donne e i bambini. Spesso bisognava fare una interminabile fila nell’attesa che le persone di turno finissero di riempire le loro brocche di acqua o finissero di lavare il loro panni. Esisteva una regola non scritta per cui si alternava “una cupella e bagnarola” e poteva capitare che si innescasse qualche discussione!
Affettivamente è importante anche per i giovani che sono legati a Santagno come si è legati alle passeggiate con i nonni che non torneranno più, ma che hanno lasciato tutto l’amore per questa fonte e per il paese.